Il corrispondente genovese di pipistrello è ràtto penûgo (pronuncia rattu pe”ny:gu). Sono attestate anche le varianti ràtto pennùo e ràtto pernûgo dal medesimo significato etimologico e con la stessa radice semantica.
L’origine della parola, sebbene non vi siano fonti o documenti certi, se non di epoca recente (XIX secolo) che lo proverebbero, è da collegare all’unione delle due parole ràtto (topo) penûgo (pennuto) per cui per sineddoche si intende topo volante, topo con le ali.
Ovviamente tutti sanno che le ali dei pipistrelli siano sottili membrane di pelle assolutamente nude e non ricoperte da piume o penne. Il termine pennuto è inteso in traslato di essere volante quindi alato; Ràtto penûgo quindi significherebbe topo volante, topo alato.
A testimonianza della figura retorica, in alcune zone della Liguria è attestato il lemma ratavoeira che significa appunto topo volante, dove il voeira è significativo di: abile a volare, volante, che può volare. Risulta chiaro quindi come il penûgo si ricolleghi a questa matrice semantica, perdendo volontariamente il nesso con il significato di presenza di penne sulle ali.
In conclusione, per strappare un sorriso (e che non si dica che i genovesi sono musoni!) vi invito a provare a tradure:
Ommu ràtto penûgo!!
Beh, forse suona decisamente meglio Batman!!
Alla prossima, Saluti
Dalle mie parti ,il pipistrello,lo chiamiamo: Rätt barbêsca.dialetticamente parlando.
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Barbesca potrebbe riferirsi alla peluria dell’animale?
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Sai che non lo so.mi dispiace.
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Magnifico post, come sempre. Comunque Ommu ràtto penûgo è molto meglio di Batman!
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Grazie mille…come sempre!!! In effetti ha tutta un’altra poesia in zeneize!
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Orgoglio ligure!
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Sempre!!! 👍
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Grande!
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