La Pittura tombale egizia

La massima espressione della pittura nell’antico Egitto si ha nella pittura tombale. Le pareti delle tombe venivano interamente imbiancate e poi dipinte con scene di vita quotidiana, generalmente legate alla vita condotta dal o dai defunti. Si riteneva che tali raffigurazioni, unite alle provviste e alle libagioni poste all’interno dei sepolcri accompagnassero il defunto nell’aldilà.
I dipinti si caratterizzano per la fissità delle figure, dipinte con una prospettiva molto particolare, tipica egizia: le parti anatomiche del corpo umano sono dipinte osservandole dal punto di vista più importante e significativo alla visualizzazione, per cui volto, gambe, braccia e piedi sono rappresentati di profilo, mentre busto, spalle e occhi sono rappresentati frontalmente.
Le proporzioni delle figure umane nella pittura egizia erano rigidamente matematiche: l’intera figura umana riempiva un reticolo di diciotto quadrati regolari: la testa ne occupava due, il busto ne occupava dieci e le gambe ne occupavano sei. Tramite questi schemi le figure avevano sempre le stesse altezze e occupavano sempre gli stessi spazi.

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